Parco Riviera Di Ulisse A Venezia Presenta Il Premio Afrodite 2022 E Premia Rocio Morales

Il Parco Riviera di Ulisse è stato istituito nel 1997, per la tutela, la salvaguardia e la promozione di una delle aree costiere più belle d’Italia, non solo del Lazio. Si tratta della costa che si estende da Sperlonga a Minturno, con alcune aree protette di altissimo interesse naturalistico: Il monte di Gianola e Scauri, il monte d’Argento a Minturno, il monte Orlando a Gaeta, il litorale di Sperlonga e le dune di Capratica a Fondi.

È una ricchezza naturale di cui gode il territorio del sud pontino, ma che non sempre riesce a conciliare la bellezza appunto naturale con quella comportamentale dei cittadini (alcune zone sono vittime di discariche abusive, altre non sono accessibili). Ne abbiamo quindi chiesto informazioni alla presidente del ParcoCarmela Cassetta, che ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande.

Domanda: L’ente parco è stato istituito per la tutela e di alcune aree della riviera, da Sperlonga fino a Minturno. Quali sono le principali opere realizzate negli anni?

Risposta: Il Parco Riviera di Ulisse ha diverse anime, da quella più propriamente ambientale/forestale a quella storico/architettonica fino alla protezione e il recupero della fauna selvatica ferita. Le opere realizzate fino a questo momento sono state indirizzate a rendere tutte queste attività da estemporanee a permanenti. Dunque, non solo il restauro della Grotta della Janara, la Villa di Mamurra, ma anche la costruzione del Laboratorio della biodiversità, il Centro recupero tartarughe marine; abbiamo istallato vari Playground e palestre all’aperto. Tutto quello che abbiamo fatto e che facciamo è sempre nell’ottica di lasciare una strada già segnata per chi verrà dopo di noi e proviamo a fare tutto senza attingere alle nostre già esigue casse, ma reperendo fondi regionali, nazionali ed europei.

D: Quali sono le maggiori problematiche che si incontrano nella gestione della Riviera?

R: Come sempre nella vita, anche nella gestione di un Ente, s’intrecciano difficoltà personali e quelle ambientali. Se inizialmente la parte più difficile è stata farsi accettare in quanto Presidente donna, la prima per questo Ente istituzionalmente nominata, e farmi accettare nel mio ruolo da dirigenti e funzionari che avevano per la maggior parte dieci anni più di me; in seconda battuta la maggiore difficoltà è stata quella di far viaggiare i dipendenti come un corpo unico laddove il Parco soffriva delle stesse divisioni che affliggono la riviera di Ulisse in generale: un eccessivo e immotivato campanilismo.

D: Esiste una sinergia con gli enti pubblici locali? Come funziona questa collaborazione?

R: Non solo non esiste sinergia tra gli Enti locali, non come vorrei e sicuramente non abbastanza, ma per franchezza devo dire che anche i cittadini dei vari comuni della riviera sembrano specializzati in divisioni. Come se il bene di uno fosse il male degli altri. La verità è che non c’è alcuna concorrenza tra le varie località, perché tutte titolari di particolarità specifiche in grado, se messe in sinergia di creare un polo attrattivo che riesca a soddisfare le diverse esigenze. Ma prima di ogni cosa c’è bisogno di una visione condivisa, non solo delle problematiche o di come risolverle, ma di come vorremo che sia questa Riviera tra vent’anni.
Uno strumento tecnico legislativo che ho introdotto come Presidente dell’Ente Parco è il “Contratto di Costa” una serie di tavoli tecnici ai quali possono partecipare non solo gli Enti, ma anche le Associazioni, gli operatori economici o i singoli cittadini interessati. Uno strumento formidabile di “progettazione dal basso” e al quale invito ancora tutti ad aderire.

D: Ci sono aree della riviera che sono tutelate, ma non godono del rispetto talvolta proprio dei cittadini. (parlo ad esempio delle immondizie lasciate in alcune aree del parco). Ci sono attività di sensibilizzazione? Per esempio nelle scuole?

R: Quello del mancato rispetto dei beni comuni rimane il problema tra i problemi. Sembra quasi che tutto quello che si colloca oltre l’uscio delle nostre abitazioni abbia non solo meno valore, ma sia da sfruttare, nel migliore dei casi, da distruggere nel peggiore. E neanche si può pensare di demandare tutto alla sensibilizzazione delle future generazioni, che sicuramente è importante, ma non deve diventare una scusa per gli adulti di oggi.

D: Sono molti i turisti che nel tempo denunciano una qualità del mare non appropriata, in particolare all’interno del golfo di Gaeta. È anche questa competenza del Parco Riviera di Ulisse?

R: Il Parco non ha questo tipo di competenza, ma non voglio sfuggire alla domanda con un atteggiamento che potrebbe apparire da scaricabarile agli occhi dei cittadini che non conoscono le dinamiche degli Enti Pubblici. La qualità delle acque è un problema che va affrontato da tutti gli organismi presenti sul territorio. Un fronte comune che, come primo obiettivo, deve darsi un’idea comune di futuro. Perché senza sapere dove si vuole andare è difficile mettersi d’accordo sul come arrivarci.

D: C’è un sentiero tra il Monte d’Oro di Scauri e il Porticciolo Romano di Gianola, che è chiuso da moltissimi anni. Come mai non viene riaperto?

R: Per quel che riguarda i sentieri che collegano il porticciolo di Gianola piacerebbe anche a noi del Parco dare la possibilità ai cittadini di attraversare il promontorio, ma i cittadini devono comprendere che siamo in uno Stato di diritto e che non possiamo non tener conto dei diritti soggettivi che cadono in capo ad altri privati cittadini. L’area d’interesse è quasi esclusivamente di proprietà privata sui quali l’Ente Parco non ha possibilità di esproprio indiscriminato, né di poter obbligare i proprietari a cedere servitù di passaggio.

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